Oltrepassando la soglia del
Solstizio, ecco a noi l’Estate dischiudere le sue porte dorate, reggendo la sua
cornucopia ricolma di spighe e di frutti. La Grande Madre prodiga osserva il
Sole fermarsi e scatenare la sua Luce nel giorno più lungo dell’anno. Il mondo
delle Ombre, per un attimo, eterno, cede il passo al bagliore, ed è festa. Da
sempre l’uomo la celebra, esaltandola al massimo nella notte che precede il
giorno dedicato a San Giovanni Battista, da quando il Cristianesimo ha legato
il solstizio estivo alla figura di San Giovanni, fissando la data della sua
nascita e la sua festa al 24 giugno, cioè a sei mesi di distanza dalla nascita
di Gesù.
“Tutta
di verde mi voglio vestire, tutta di verde per Santo Giovanni, ché in mezzo al
verde mi venne a fedire... E domani è San Giovanni, fratel caro; è San
Giovanni. Su la Plaia me ne vo’ gire, per vedere il capo mozzo dentro il sole,
all’apparire, per veder nel piatto d’oro tutto il sangue ribollire.”
Così cantava Ornella, una delle
sorelle del pastore Aligi, mentre preparava le nozze di questi, ne “La figlia
di Iorio” di Gabriele d’Annunzio. Giovanni, decollato, secondo la tradizione
appariva nell’astro solare nel momento della sua comparsa in cielo al mattino,
proprio il giorno della festa a lui dedicata: egli compariva alle fanciulle in
età da marito, predicendo loro il matrimonio entro l’anno. Diverse tradizioni,
non solo in Italia ma anche presenti in giro per il mondo, evidenziano quanto
sia stata importante questa celebrazione, in particolar modo alla sua vigilia
(che cade proprio in occasione di questo nostro incontro), con falò di
protezione e purificazione, anticamente alimentati dai rami di 7 diversi alberi.
Vi era l’usanza di saltare sui tizzoni ardenti per introiettare la forza, il
calore e l’energia del Fuoco. La rugiada di San Giovanni è sempre stata
decantata per i suoi poteri taumaturgici e miracolosi e permetteva ad alcune
erbe, fra cui l’iperico, così come alle noci verdi per il nocino, di diventare
speciali. Fuoco, Acqua, Terra…alchimia di elementi!
Le figure dei due Giovanni
(l’Evangelista e il Battista) costituiscono un punto di riferimento nelle
antiche confraternite dei Costruttori, poste spesso sotto il patronato di uno
di essi. Questa usanza passò, in seguito, alla Massoneria speculativa. Le
riunioni o gruppi di operai massoni vennero chiamate Logge di San Giovanni: in
tali Officine si insegnava e si praticava l’arte di tagliare la pietra. Il loro
precursore pagano, il dio Giano, proteggeva nell’antichità architetti e operai,
e veniva celebrato proprio nei giorni solstiziali. La doppia fronte del nume,
che guardava sia al passato che al futuro, avrebbe quindi passato il testimone
ai due Giovanni. Giano, come pure i due Johannes, bene simboleggia la necessità
di tener conto delle esperienze e degli insegnamenti del passato, ma anche il
desiderio di “lavorare” per il futuro progresso dell’umanità.
Aprendoci la Porta dell’Estate
Giovanni, Giano e la Grande Madre Natura ci orientano verso l’energia del Sud,
in cui passo dopo passo ci addentriamo. Abbiamo detto “ci orientano”, per cui
l’Oriente rimane sempre presente dentro di noi: è
il luogo ideale da cui proveniamo, sorgendo come il Sole al mattino, e a cui
faremo ritorno, perché quella è la Luce che ci ispira e ci richiama a sé.
Proviamo ad osservare questa neonata stagione, l’Estate, nel flusso di un
continuum circolare, di una ruota annuale e solare, che ci accompagna con le
sue trasformazioni nel cambiamento evolutivo della nostra vita. Certo,
quest’anno è probabilmente meno facile di altre volte, poiché ci siamo sentiti
orfani della Primavera, stagione rubata, che ha lasciato in buona parte il suo
spazio ad un lunghissimo ed onirico Inverno. La
Natura ha fatto il suo corso, ma dentro di noi è mancato il suo
risveglio, e il caos e l’incertezza che ci hanno sopraffatti hanno frenato il
moto di rinnovamento e la sua volontà di realizzazione. Avremmo voluto cambiare
le cose, lasciar andare la pesantezza del buio, dissolvere i fantasmi che si
agitavano nei nostri pensieri, ma siamo rimasti sospesi nell’attesa di… siamo
rimasti sospesi con la speranza di, almeno, apprendere a guardare, a
focalizzare il nostro sguardo e osservare, imparare a percepire ciò che è
veramente, al di là dei copiosi e obnubilanti veli distesi. Con la speranza che
il nostro disagio, la nostra sofferenza, fosse il motore per conoscerci e
conoscere meglio il mondo, ammettendo la nostra ignoranza e l’influenza delle
nostre perturbate emozioni.
Il
lungo onirico Inverno e la Primavera rubata hanno sfasato le nostre percezioni
della realtà e, in questa magica notte di San Giovanni, in cui, secondo le
tradizioni popolari, il mondo reale apre le sue porte ai regni delle entità
elementali e delle nostre percezioni più sensibili, possiamo domandarci: cos'è
quella che abitualmente definiamo 'realtà'? Sospesi in una condizione di
illusorietà e di contraddittorietà, possiamo chiederci se quelle che abbiamo
vissuto sono state esperienze reali o se abbiamo sognato. Se le emozioni e i
sentimenti che abbiamo percepito sono stati “veri”, oppure no? Ma cos’è reale e
cos’è vero? E chi siamo noi che viviamo le cose e, vivendole, finiamo per
conoscerle in un modo così contraddittorio e non chiaro?
Ogni
processo
iniziatico porta l’uomo a domandare il Vero e, così facendo, scioglie le catene
del pregiudizio, abbatte i muri dell’ignoranza, per conquistare quella libertà
interiore che ci mostra i limiti del nostro sapere.
Ora
dobbiamo avere il coraggio di lasciarci andare all’entusiasmo dell’Estate,
immettendo una forza superiore, aggiungendo quell’energia che è mancata durante
la Primavera. L’Estate è il momento giusto per contemplare la gioia di essere
in vita.
Lasciamo che la Luce si riverberi sulle Ombre del mondo e ci indichi la Via per
ritrovare noi stessi. Affrontiamo il nostro tempo, comprendiamolo e
utilizziamolo al meglio, continuando il nostro viaggio verso la Verità che è
all’interno del nostro cuore.
Lois Novo