SPAGYRIA VEGETALE

Sarsina (FC)

24/04/10 10.00-25/04/10 17.00

Con Stefano Stefani
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A molti risulta impossibile accettare il fatto che le stupefacenti vette di risultati entusiasmanti, ottenute dall’alchimista, siano operate per lo più con mezzi semplici o anche senza attrezzature particolari. Ci si immagina invece che in spagyria per ottenere risultati grandiosi siano necessarie attrezzature speciali, capaci di estrarre una qualche parte materiale presente al momento nella pianta in questione, o metodiche ricercatissime nella loro sequenza di atti, volti a strappare in qualche modo alla materia quella parte che si ritiene “attiva” o quel complesso di “macerie della creazione” che sono individuabili nell’insieme delle molecole che costituiscono il fitocomplesso-pianta.
Questa nuova visione dell’azione dei preparati erboristici che non fonda più le sue spiegazioni sul singolo “principio attivo” ma sull’azione del complesso dei principi presenti è un passo in avanti verso l’apertura della propria mente che invece di soffermarsi sulla singola azione di una parte della pianta ne considera l’azione complessiva comprendendone la personalità (denominata “fitocomplesso” o come diremmo noi “misto vegetale”). Ma la personalità di una pianta va ben oltre la complessione biochimica che presenta in un dato momento, infatti, come esplicita magistralmente Goethe nella Metamorfosi delle piante, la personalità di un dato vegetale si esprime in modo dinamico nel tempo. Non è il fatto che le foglie di Achillea si presentano frastagliate come venosità che sta ad indicare che essa cura le ferite e la circolazione periferica. In questo modo si sta guardando un fenomeno momentaneo, anziché vedersi nel complesso dei propri atti, ed è come identificarsi in un ruolo: il medico ad esempio dicendo: “io sono medico”, senza considerare che in un dato momento si occupa di medicina e in un altro momento forse di cucina o di altro. Ampliando la propria veduta con la non identificazione ci renderemo conto del fatto che la nostra personalità può rivestire molti ruoli, e così la pianta. Dire che gli Archetipi portanti della personalità dell’Achillea sono Mercurio (cicatrizzanti) e Luna (disinfettanti) e che ha potenzialità in Acquario (vene) è chiaro più di ogni dire, ma comprensibile a pochi. La mente corre subito all’astrologia dei rotocalchi e Jung si rivolta nella tomba.
In un’epoca buia per l’alchimia si fece questo errore (macroscopicamente) cercando di assegnare le “segnature” basandosi sull’aspetto formale (statico) delle piante, che seguono la Legge del Regno del Mercurio Nostro (per Paracelso) ovvero la legge Dinamica, Animica, di movimento; contrariamente al minerale che segue la Legge del Regno del Sale Nostro, ovvero la legge della “Cristallizzazione”.

La fitoterapia ha ultimamente divulgato una teoria secondo la quale per avere una azione profonda, che conduca ad una trasformazione dell’individuo, oltre al fitopreparato è necessario somministrare determinati oligoelementi secondo una complessa modalità, posologia e proporzione. Se però si analizza un rimedio spagyrico ci si accorgerà che sono presenti tutti gli oligoelementi che la struttura chimica della pianta contiene nelle proporzioni decise da chi la pianta l’ha creata. Ed è proprio nella Natura e nelle sue sagge leggi che l’alchimista trova riparo. In una tintura fitoterapica il solido viene gettato dopo l’estrazione, in alchimia il solido torchiato viene calcinato, ridotto a cenere bianca e ricongiunto al liquido. In queste condizioni i sali solubili rimineralizzano il liquido e molti elementi (e non solo quelli considerati dalla nostra oligoterapia) vengono reintegrati.

Non sarà forse la conoscenza e il rispetto di queste Leggi (oltre alla purezza d’animo nell’azione) che conferiscono all’alchimista il potere di “Imitare i Profondi Processi della Natura” anziché una qualche astrusa tecnica segreta?
Esisteva un alchimista il cui laboratorio personale veniva visitato spesso da qualcuno spinto dalla curiosità. Egli diceva: “quando viene qualcuno strabuzza gli occhi verso il bosco nella mia proprietà quando indico il mio laboratorio, quattro storte sotto il sole e un pezzetto di bosco. I loro occhi si perdono verso le piante spontanee di una vegetazione non curata, camminano lentamente esaminando ogni anfratto, vedono ogni tanto qualche vaso al sole con cannette che finiscono in bottiglie d’acqua, qualche mattone sparso, pentole di ghisa accatastate vicino ad ampolle, un buco per terra con evidenti segni di accensione di fuoco. Appena ripresi dallo sconcerto chiedono timidamente: “tutto qui?”. Li porto verso una catapecchia dove su un cumulo di letame di cavallo un’ampolla vi è in parte immersa, un’altra ampolla rovesciata poggia bocca a bocca “lutata” sulla prima. “Per molti la dinamizzazione con i sistemi antichi oggi è troppo!”

In realtà molti alchimisti operano nella loro intima tranquillità per rituale, senza produzione e vendita, lavorano solo per sé e non amano turbare gli animi altrui. Per questo raramente gradiscono visite di curiosi. Naturalmente un prodotto fermentato o macerato nel letame di cavallo non è certo proponibile sul mercato. Eppure … comunque… alcuni che sono votati al sacrificio si prodigano tutt’oggi nella produzione di rimedi spagyrici seguendo ancora i vecchi canoni tradizionali (nei limiti del concesso dalla legge attuale) e scegliendo le singole creature da sacrificare nei luoghi più adatti (in tutti i sensi) a costo di qualche sacrificio personale. Se si vuole estrarre dalle piante il loro principio vitale bisogna scegliere esemplari, luoghi, tempi, ecc., dove questo “Principio Vitale” è manifesto al meglio; ciò non coincide necessariamente con il massimo di costituenti chimici, come un uomo più alto non è necessariamente di animo migliore di uno più basso. Questi concetti semplici e tradizionali sembrano essersi persi. Spesso è necessario aprirsi la strada con la roncola tra rovi e altri intrichi per trovare gli esemplari ricercati.

Poi si procede: naturalmente la pianta non può essere strappata al terreno. Con il coltello d’oro dell’animo si procede al Sacrificio della Forma per l’Immortalità della Sostanza. Se interessa la radice bisognerà scavare.
L’angelica per esempio ha radici delicate. Bisogna fare un bel buco in profondità e in larghezza quando si trovano esemplari spontanei di dimensioni eccezionali.
Anche in questi casi si nasconde il diavolo negli anfratti della mente e bisogna badare a non compiacersi del frutto dell’azione lasciando sopraffare l’animo puro da sentimenti emotivamente inquinanti.
A questo punto, procedere con calma, con il corpo di sensazione incorniciato nella colonna sonora della Natura (che si esprime con scrosciare di ruscelletti, fruscii, cinguettii, ecc.) verso l’intimità del proprio laboratorio è solo dar seguito al naturale processo di palingenesi che questa volta interessa un “Individuo di Natura” che comunque è presente anche nel nostro fitto bosco interno. Portare una radice all’interno del laboratorio, quantificarne “peso e misura” pulirla dolcemente dalla terra per metterla in lavorazione corrisponde a un processo interiore che deve portare a un miglioramento dello stato d’animo dell’alchimista stesso. Mentre opera sulla materia l’alchimista procede nel suo cammino evolutivo e i suoi prodotti sono sempre migliori non perché scopre tecniche sempre più sofisticate per produrre l’incredibile… è che le mani che operano sono sempre più sapienti e hanno penetrato più volte la terra con amore, sacrificio e dedizione.

“… E quello che c’è da conquistare
Con la forza e la sottomissione, è già stato scoperto
Una volta o due, o parecchie volte, da uomini che non si può sperare
Di emulare – ma non c’è competizione –
C’è solo la lotta per ricuperare ciò che si è perduto
E trovato e riperduto senza fine: e adesso le circostanze
Non sembrano favorevoli. Ma forse non c’è da guadagnare né da perdere.
Per noi non c’è che tentare. Il resto non ci riguarda.”
(da Quattro Quartetti di T.S. Eliot)

Il prodotto spagyrico non si basa sui componenti biochimici, esso agisce principalmente per risonanza. Il rimedio spagyrico è un complesso di informazioni. Dove l’aspetto biochimico è l’espressione esteriore dei movimenti interni invisibili.

Informazioni: Gianna 349 4248355 info@1virgola618.it
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*segnalato da Gianna*

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