ALA DI STURA (TO)
03/04/2009 21:00-05/04/2009 19:00
Con lucia citterio
“ il corpo danzante esiste quando si libera della dominazione della tecnica, quando è al tempo stesso dominatore e ricettore, sicuro e esitante, memoria e verginità, raccoglimento e oratoria, alla frontiera tra l’ ipotesi e l’ azione. “ christine quoiraud
non vogliamo ingabbiare il corpo dentro una tecnica, dentro forme limitanti.
il corpo cambia continuamente. l’ osservazione di questi cambiamenti, della nostra struttura corporea e mentale, dell’ interno e dell’ esterno del corpo è base del lavoro da cui nasce la danza.
tutte le fasi del lavoro implicano la doppia e simultanea osservazione, interna e esterna. cerchiamo di aprire il corpo e il pensiero ad un discorso di immediatezza, di vigilanza, di mobilità.
la prima parte del lavoro prevede un training fisico che abitua alla resistenza, all’ elasticità, all’ agilità e all’ ancoraggio del corpo.
proposta di movimenti “essenziali“ mirante a dare al corpo la sua originaria semplicità. ogni ornamento, lo stile, la forma, non contano.
la seconda parte del lavoro verte sulla proposta di alcune esperienze :
rapporto con la terra
rapporto con lo spazio
rapporto con il tempo (tempo esterno – tempo interno)
rapporto con il luogo in e per cui agiamo
rapporto con gli altri
lavoro a coppie (manipolazioni, specchio, simmetria – asimmetria )
lavoro ad occhi chiusi (affinare la percezione)
lavoro all’ aperto (osservazione dei cambiamenti del corpo in differenti ambienti)
lavoro sulle immagini (il corpo è memoria e la danza è immaginazione)
improvvisazione
composizione
il lavoro è intenso e richiede motivazione e concentrazione. é però aperto a tutti, danzatori e non.
esperienza di condivisione di un tempo e di uno spazio comune, in condizioni semplici
ogni momento della giornata condiviso è considerato base di riflessione e stimolo al lavoro. non esiste quindi separazione fra momenti di “lavoro” e momenti di “svago”. ci osserviamo muovere nello spazio nel tentativo di incontrare la danza nei luoghi, negli altri, nel raccogliere un sasso o un pomodoro, nel percorrere strade secondarie…
Informazioni:
lucia citterio 347 1706733
kalidea3@fastwebnet.it
*segnalato da lucia citterio*
03/04/2009 21:00-05/04/2009 19:00
Con lucia citterio
“ il corpo danzante esiste quando si libera della dominazione della tecnica, quando è al tempo stesso dominatore e ricettore, sicuro e esitante, memoria e verginità, raccoglimento e oratoria, alla frontiera tra l’ ipotesi e l’ azione. “ christine quoiraud
non vogliamo ingabbiare il corpo dentro una tecnica, dentro forme limitanti.
il corpo cambia continuamente. l’ osservazione di questi cambiamenti, della nostra struttura corporea e mentale, dell’ interno e dell’ esterno del corpo è base del lavoro da cui nasce la danza.
tutte le fasi del lavoro implicano la doppia e simultanea osservazione, interna e esterna. cerchiamo di aprire il corpo e il pensiero ad un discorso di immediatezza, di vigilanza, di mobilità.
la prima parte del lavoro prevede un training fisico che abitua alla resistenza, all’ elasticità, all’ agilità e all’ ancoraggio del corpo.
proposta di movimenti “essenziali“ mirante a dare al corpo la sua originaria semplicità. ogni ornamento, lo stile, la forma, non contano.
la seconda parte del lavoro verte sulla proposta di alcune esperienze :
rapporto con la terra
rapporto con lo spazio
rapporto con il tempo (tempo esterno – tempo interno)
rapporto con il luogo in e per cui agiamo
rapporto con gli altri
lavoro a coppie (manipolazioni, specchio, simmetria – asimmetria )
lavoro ad occhi chiusi (affinare la percezione)
lavoro all’ aperto (osservazione dei cambiamenti del corpo in differenti ambienti)
lavoro sulle immagini (il corpo è memoria e la danza è immaginazione)
improvvisazione
composizione
il lavoro è intenso e richiede motivazione e concentrazione. é però aperto a tutti, danzatori e non.
esperienza di condivisione di un tempo e di uno spazio comune, in condizioni semplici
ogni momento della giornata condiviso è considerato base di riflessione e stimolo al lavoro. non esiste quindi separazione fra momenti di “lavoro” e momenti di “svago”. ci osserviamo muovere nello spazio nel tentativo di incontrare la danza nei luoghi, negli altri, nel raccogliere un sasso o un pomodoro, nel percorrere strade secondarie…
Informazioni:
lucia citterio 347 1706733
kalidea3@fastwebnet.it
*segnalato da lucia citterio*