"IO CI SONO STATO": presentazione del libro “UN CALENDARIO PER GLI UOMINI DELL’ETÀ DEL RAME – UN ANTICO OSSERVATORIO ASTRONOMICO” a Ceto (BS)

Sabato 20 settembre 2008 ho avuto il piacere di assistere alla presentazione del libro “UN CALENDARIO PER GLI UOMINI DELL’ETÀ DEL RAME – UN ANTICO OSSERVATORIO ASTRONOMICO”, avvenuta a Ceto, in provincia di Brescia.
E’ stata l’occasione per visitare brevemente una zona d’Italia che non conoscevo affatto e che ho trovato sorprendentemente bella. Per arrivare in loco ho percorso una strada che costeggia il lago d’Iseo, da cui sorge, come una magica visione, Monte Isola (la più grande isola dei laghi europei). Ho svoltato sulla destra e mi sono tuffata nella Val Camonica, territorio famoso per le sue incisioni rupestri e sito UNESCO dal 1979.
Giunta a Ceto, sono arrivata giusto in tempo per la presentazione. La manifestazione si è svolta nei locali messi a disposizione da un camuno che vive ed opera nel campo dell'agriturismo, più precisamente all’Agriturismo San Faustino retto da Valentino Bonomi. La manifestazione si è svolta in un bel salone attrezzato per ricevere manifestazioni.
Il pubblico, più di settanta persone, attendeva fervente nella grande sala per le conferenze, in attesa di saperne di più sul libro presentato e sulle nuove ipotesi avanzate dai ricercatori che lo hanno scritto. Un lavoro che vuole portare attenzione e valorizzare una parte del patrimonio prezioso che custodisce questa valle. Su questo dovrebbero riflettere gli abitanti del luogo, poiché si ha la sensazione che non tutti riescano a cogliere questa opportunità, preferendo una sorta di immobilismo.
Ma veniamo alla presentazione.
Erano presenti due degli autori, Giuseppe Brunod (del Centro Studi e Ricerche del Museo Archeologico di Pinerolo, To) e Giuseppe Veneziano (dell’Osservatorio Astronomico di Genova). All’appello mancavano Mauro Cinquetti (del Centro Studi e Ricerche del Museo Archeologico di Pinerolo, To) impegnato a Firenze ad una presentazione di archi del tipo di quelli usati da Otzi nel 3500 a.C. e Adalberto Pia, a Nizza, in missione per conto dell'Osservatorio (dell’Osservatorio Astronomico Valpellice, To).
Si tratta, quello del libro, di un lavoro innovativo: infatti è un lavoro a più mani, crogiolo di una multidisciplinarità tecnico-scientifico-umanistica, fatta di scambi e confronti, al di là di quelle sterili competizioni che purtroppo spesso si trovano in questi ambiti e rendono triste e arenato il mondo della ricerca.
L'ipotesi di cui si discuteva riguarda l’archeoastronomia, ed in particolare un’incisione rupestre rinvenuta anni prima a Paspardo. Gli autori sostengono che tale incisione rappresenterebbe un computo solare.
Per introdurci a questa ipotesi, gli autori sono partiti dall’essere umano, dalla nascita della sua religiosità, dai culti della Natura e, in particolare, dalla sacralità attribuita da sempre alle montagne. Quello della “Montagna Sacra” è uno dei principali archetipi che accomuna tutte le credenze religiose. Piero Barale studioso di archeoastronomia nel Cuneese, ed autore di numerosi libri sull'argomento, ha introdotto il libro e gli autori. Giuseppe Veneziano ha proseguito mettendo in luce i valori simbolici che sottendono questo tipo di osservazioni. La montagna, o la coppia duale delle montagne, sono simbolo di elevazione ed avvicinamento al divino, unione tra Terra e Cielo, sostegno della volta celeste. Spesso, all’aspetto divino della montagna veniva attribuita una qualità sessuale e non era raro che due montagne vicine potessero essere collegate in una sorta di sacralità ierogamica. Nella zona della Valle Camonica, ad esempio, al massiccio della Concarena veniva attribuita una qualità femminile, mentre al Pizzo Badile una qualità maschile. I luoghi sacri di altura si possono distinguere per alcune particolarità: una posizione panoramica, dominante su di un’ampia area, tracce di frequentazione preistorica e segni di cristianizzazione più recente. Tutte queste caratteristiche sono presenti a Paspardo, da cui, nel sito di Plas preso in esame dai nostri autori, si possono osservare tutte le posizioni del tramontare del Sole nel corso di un intero anno. La vista da quel sito particolare è di 180 gradi sulla intera vallata.
Si potevano così individuare le differenti stagioni e porre in atto tutte quelle attività ad esse collegate.
I ricercatori hanno studiato il grafo della Roccia del Sole, consistente in una figura formata da tre cerchi concentrici, altri due cerchi più piccoli ai lati e tre serie di linee parallele, che dalla parte inferiore del “tricerchio” scendono verso il basso. Sono infine giunti ad una nuova ipotesi su tale grafo: si tratterebbe di una sorta di “meridiana” per misurare le stagioni. Con questa affermazione si riterrebbe possibile che gli uomini dell’Età del Rame, a cui è attribuita tale incisione, fossero in grado di produrre dei calendari luni-solari. Si è giunti a questa conclusione attraverso il metodo sperimentale, diversamente dal passato quando si preferiva interpretare simbolicamente senza sperimentare. L’asta dello “gnomone” è stata, con vari esperimenti, posizionata in direzione ortogonale al piano del grafo, e quindi inclinata verso il suolo a seconda delle varie possibilità. L’inclinazione a 45° si è rivelata essere quella più appropriata. L'ipotesi condivisa è, naturalmente, più ricca di particolari, per cui invito tutti gli interessati a consultare con attenzione il libro in questione e a presenziare in loco nei quattro momenti annuali che dimostrano la sua possibilità di essere vera, cioè i due Solstizi (21 giugno e 21 dicembre) e i due Equinozi. (21 marzo e 21 settembre) Il luogo è spesso brumoso e non sempre è possibile rendersi conto della veridicità della teoria al primo tentativo (così, purtroppo, è stato per il 21 settembre 2008), ma il panorama è così bello che vale la pena di riprovare più volte.
Ringrazio gli autori per avermi avvicinata ad un mondo per me quasi sconosciuto, per avermi trasmesso il loro entusiasmo e la loro passione e, soprattutto, per avermi fatto capire che si può lavorare in gruppo con spirito di armonia e condivisione.

Concludo dandovi alcune preziose informazioni.
Chi è interessato a partecipare ai lavori del gruppo di studio può inviare una mail a Giuseppe Brunod: giuseppe@brunod.info .
Le prossime osservazioni scientifiche presso il Capitello dei due Pini di Paspardo saranno nei giorni 18-19-20-21 dicembre 2008.
Per osservare i fenomeni descritti nel libro potete prenotare una camera presso l'agriturismo San Faustino di Ceto (cell. 3281932486).
Per ottenere una copia del libro telefonare al 3281932486, oppure inviare una mail a info@arche7.it, lasciando i propri dati e l'indirizzo dove si vuole che sia recapitato il libro.

Lois Novo