COMUNICATO STAMPA
L’ottava edizione dello sciopero della spesa, indetta da un folto gruppo di associazioni di consumatori, è ormai un rito obbligatorio del mese di settembre. Come sempre i promotori dichiareranno un’adesione massiccia (immaginiamo un 80% circa) mentre le dinamiche dei prezzi continueranno ad andare avanti per la loro strada, senza che lo sciopero possa esercitare su di esse la minima influenza.
Associazione Consumatori Piemonte non aderirà allo sciopero del 18 settembre per le seguenti motivazioni:
1. dal punto di vista economico lo sciopero di un giorno è del tutto irrilevante per influenzare le dinamiche dei prezzi ed il vero problema di molte famiglie non è il livello troppo elevato dei prezzi ma un reddito precario o insufficiente in una società complessivamente ancora ricca;
2. dal punto di vista politico si “sfonda” una porta già aperta, ma che porta verso il nulla. Del problema “carovita” la politica si occupa da tempo con scadenti risultati. Lo stato e gli altri enti pubblici ormai da molti anni non hanno alcun reale potere di intervento sulla formazione dei prezzi, se non tramite velleitarie iniziative di immagine (osservatori, garanti dei prezzi, panieri concordati, accordi con la distribuzione, sms prezzi, inutili ispezioni di finanzieri o vigili annonari e via dicendo) il cui fallimento è testimoniato dall’aggravarsi del problema;
3. dal punto di vista pratico scioperare per un giorno non ha alcun senso: gli acquisti utili saranno anticipati o posticipati, mentre (soprattutto per chi “non arriva a fine mese”) gli acquisti inutili o superficiali andrebbero sconsigliati quasi sempre e non solo per un giorno all’anno.
Del resto che lo sciopero non serva a nulla (se non a far pubblicità ai promotori) si capisce dalla sua storia: ogni anno si sciopera, l’iniziativa avrebbe sempre successo e ogni anno si è costretti a “riscioperare” perché il problema si aggrava. Indubbiamente un modo curioso di avere successo, ma forse ai promotori va bene così.
Associazione Consumatori Piemonte ribadisce il proprio invito ad un consumo critico e intelligente e a questo proposito potenzierà le proprie attività di formazione a favore dei consumatori, per promuovere un consumo consapevole per 365 giorni all’anno. È questa la vera rivoluzione contro un sistema economico che ha degradato i cittadini a forzati del consumo, bombardati da slogan e spot pubblicitari, compresi quelli di alcune associazioni di consumatori.
Ufficio Stampa Associazione Consumatori Piemonte
Mercoledì 17 settembre 2008
Informazioni: Associazione Consumatori Piemonte
*segnalato da Gianni*
L’ottava edizione dello sciopero della spesa, indetta da un folto gruppo di associazioni di consumatori, è ormai un rito obbligatorio del mese di settembre. Come sempre i promotori dichiareranno un’adesione massiccia (immaginiamo un 80% circa) mentre le dinamiche dei prezzi continueranno ad andare avanti per la loro strada, senza che lo sciopero possa esercitare su di esse la minima influenza.
Associazione Consumatori Piemonte non aderirà allo sciopero del 18 settembre per le seguenti motivazioni:
1. dal punto di vista economico lo sciopero di un giorno è del tutto irrilevante per influenzare le dinamiche dei prezzi ed il vero problema di molte famiglie non è il livello troppo elevato dei prezzi ma un reddito precario o insufficiente in una società complessivamente ancora ricca;
2. dal punto di vista politico si “sfonda” una porta già aperta, ma che porta verso il nulla. Del problema “carovita” la politica si occupa da tempo con scadenti risultati. Lo stato e gli altri enti pubblici ormai da molti anni non hanno alcun reale potere di intervento sulla formazione dei prezzi, se non tramite velleitarie iniziative di immagine (osservatori, garanti dei prezzi, panieri concordati, accordi con la distribuzione, sms prezzi, inutili ispezioni di finanzieri o vigili annonari e via dicendo) il cui fallimento è testimoniato dall’aggravarsi del problema;
3. dal punto di vista pratico scioperare per un giorno non ha alcun senso: gli acquisti utili saranno anticipati o posticipati, mentre (soprattutto per chi “non arriva a fine mese”) gli acquisti inutili o superficiali andrebbero sconsigliati quasi sempre e non solo per un giorno all’anno.
Del resto che lo sciopero non serva a nulla (se non a far pubblicità ai promotori) si capisce dalla sua storia: ogni anno si sciopera, l’iniziativa avrebbe sempre successo e ogni anno si è costretti a “riscioperare” perché il problema si aggrava. Indubbiamente un modo curioso di avere successo, ma forse ai promotori va bene così.
Associazione Consumatori Piemonte ribadisce il proprio invito ad un consumo critico e intelligente e a questo proposito potenzierà le proprie attività di formazione a favore dei consumatori, per promuovere un consumo consapevole per 365 giorni all’anno. È questa la vera rivoluzione contro un sistema economico che ha degradato i cittadini a forzati del consumo, bombardati da slogan e spot pubblicitari, compresi quelli di alcune associazioni di consumatori.
Ufficio Stampa Associazione Consumatori Piemonte
Mercoledì 17 settembre 2008
Informazioni: Associazione Consumatori Piemonte
*segnalato da Gianni*